Albert Guillion, nacque a Meaux nel 1801, compì i primi studi musicali presso la Cattedrale di Parigi, terminandoli poi al Conservatorio. Il primo premio di composizione gli fu conferito dall’Accademia di Belle Arti dell’Institut de France, nel 1825, per la cantata di Ariane à Naxos. Ricevuto un vitalizio dallo stato francese, Guillon partì per l’Italia vincendo il Prix de Rome.
Da Rome si trasferì a Venezia dove scrisse, nel 1830, l’opera seria Maria di Brabante, per il teatro della Fenice. Da allora Guillon si è stabilito a Venezia, protetto dal conte Benedetto Valmarana e da sua moglie Lucrezia Mangilli che gli ha affidato l’amministrazione dei suoi beni.
Sono di questo periodo le sei arie da camera su testo del poeta Pietro Buratti, delle quali sono rintracciabili solo le prime tre.
Da quel momento Guillon smise di occuparsi di musica, si dedicò all’agricoltura, all’industria, e fondò in un terreno a Pederobba di Montebelluna, presso Treviso, un grande stabilimento per l’allevamento del baco da seta, e per la trattura dei bozzoli con macchine di sua invenzione, azionate dal vapore. Nel 1851 pubblicò una descrizione di questo stabilimento, dei suoi processi meccanici e dei risultati ottenuti, sotto questo titolo: Memoria sopra una filanda a vapore e dettagli sopra la maniera di filare i bozzoli, preceduti da alcuni cenni sull’ultima educazione dei bacchi da seta, Dotato di rara intelligenza e infaticabile operosità, introdusse nel regno lombardo-veneto molti miglioramenti nella coltivazione della terra, nel loro miglioramento e nel sistema di successione dei raccolti. Guillon morì improvvisamente a Venezia, nei primi giorni di aprile 1854.